La mentalità comune considera il benessere una condizione di agiatezza economica, eludendo, per ignoranza o negligenza, l’importanza della pienezza esistenziale.
Ben-essere, non ben-avere.
È ovvio che il denaro permette una maggiore tranquillità, in quanto ci solleva dalla preoccupazione della sussistenza e ci consente l’appagamento attraverso la realizzazione di progetti come la famiglia, lo studio e quant’altro. Tuttavia, l’esistenza piena richiede l’espressione della propria unicità e la passione per qualcosa che va ben oltre la classificazione di massa.
Il nemico del benessere è la mediocrità, quella noia interiore provocata dalla omologazione agli interessi comuni, ad una condizione che non apporta gioia e passione.
Se lasciamo nella palude della mediocrità noi stessi, i nostri figli e le persone che amiamo, esprimiamo la condanna ad una vita fisicamente viva, ma emotivamente morta.