Conflitti e guerre

Chi vuole la guerra e chi paga per la guerra?
Ci dovremmo chiedere questo prima di interpretare i fatti cruenti a cui assistiamo continuamente nel mondo.
Il mondo occidentale ambisce al benessere materiale e perde di vista sempre di più quello umano. Nessuno si chiede da dove proviene il cibo e gli oggetti che compra, siamo come bambini viziati che si interessano solo ai loro giocattoli, che vivono solo di sollazzi e senza educazione.

La guerra è imposta dall’avidità ed è pagata totalmente dalla popolazione che subisce inerme e terrorizzata le decisioni dei cosiddetti “potenti del mondo”.
Oggi questa verità è sotto gli occhi di tutti, considerando inoltre che per la prima volta nella Storia, ci troviamo nella possibilità che il mondo possa essere distrutto totalmente da una guerra nucleare.

Ad aggravare il problema vi sono i mezzi d’informazione di massa, che anziché cooperare per facilitare l’allentamento delle tensioni, mettono in evidenza i dettagli che più irretiscono e spaventano.

Sembrerebbe che la Terra sia abitata da una popolazione di idioti e cialtroni che si approfittano l’uno dell’altro, ma questo è un riflesso dei mezzi d’informazione, che ambiscono ad avere autorità mediatica senza occuparsi dell’autorevolezza necessaria per gestire un così grande potere.
Le emozioni possono essere benefiche ma anche estremamente pericolose, basta ricordare l’odio razziale verso il popolo ebraico, che è sfociato in uno degli atti più disumani della storia recente e passata. La mattanza di un popolo fomentata da una comunicazione pianificata a questo scopo, diabolicamente premedita.

L’autorevolezza implica la saggezza, che è l’unica virtù capace di discernere quello che va fatto da quello che non va fatto. Basta osservare la pubblicità presente negli attuali mezzi di comunicazione, per rendersi immediatamente conto che tale saggezza è completamente assente.

Dove ci può condurre questa stoltezza, se non a guai sempre peggiori?

Oggi è possibile reagire alla menzogna e alla prevaricazione? Forse si, se smettiamo di rincorrere unicamente l’immagine, il denaro e l’arricchimento.
Dobbiamo tornare alla ragione, ricostruendo comunità unite, solidali e libere dalle infatuazioni dell’egoismo e del culto della persona.

Il punto di svolta sarà quando passeremo dall’io al noi.