Possiamo decidere il nostro futuro? Si, se siamo consapevoli che quello che siamo oggi è il frutto del nostro modo di pensare nel passato.
Il lavoro che svolgi, il tuo comportamento, il tuo gusto estetico, le preferenze sul cibo che mangi, qualunque cosa fai o credi, è frutto di un pensiero influenzato dal contesto che ti ha educato. Usi e costumi condizionano il modo di vivere. In determinate zone del mondo si mangiano gli insetti, in altre questo cibo è considerato ripugnante. L’educazione influenza tutte le nostre decisioni, come il matrimonio, il mettere al mondo i figli, il lavoro e la professione da svolgere, dove andare a vivere. Il contesto in cui nasciamo ci inculca i valori, ci indica quello che è buono o cattivo, giusto o sbagliato.
L’ambiente relazionale condiziona le emozioni ed imposta l’emotività di base. Una famiglia che induce su pensieri malinconici e disfattisti condiziona allo stesso atteggiamento anche i figli. Nel contesto domestico si impostano i principi della laboriosità, della contentezza e della gioia, oppure del lassismo, della passività e della rassegnazione. Le persone abituate a pensare in modo benefico per le proprie emozioni godono di una salute migliore, attirano buoni amici, hanno relazioni sentimentali solide ed appaganti, vivono più a lungo.
A questo punto la domanda è: se siamo stati educati a pensare in modo depotenziante per le nostre emozioni ed il nostro benessere, possiamo rieducarci ad una mentalità propositiva e benefica?
La risposta non può essere che si, è possibile. Basta munirsi di buona volontà, pazienza e di un incontenibile desiderio di essere felici. Siamo nati per essere felici, tutto intorno a noi esprime felicità, basta osservare la natura per rendersene conto. L’infelicità è un’anomalia, un errore da correggere.