Eliminare le sovrastrutture

Tornando alla tua domanda su cosa crea infelicità oggi, ti risponderei che è la confusione. Negli ultimi decenni è stato proposto il consumismo, come modello esistenziale basato sullo stimolo della novità da acquistare. In questo modo è stato anche dato un senso al lavoro, si lavora per procurarsi il denaro per consumare e per produrre cose da consumare.

Sono realmente questi i veri bisogni dell’uomo?  Consumare è ciò che rende gli esseri umani felici?

Tu, quando ti senti felice? Non è forse, quando ti senti rispettato, accettato, ascoltato, accolto? Come ti senti quando ti trovi in un contesto in cui si respira equità, eguaglianza, sostegno e giustizia?

Come ti fa invece sentire l’ingiustizia, l’egoismo, la falsità, l’ipocrisia, la derisione?

Come vedi, la felicità non è alimentata dal denaro e da quello che compra, la felicità è animata dall’umanità. Questa riflessione porterebbe a pensare ad ideologie politiche, sociali e religiose. Purtroppo anche queste sono oggi in gran parte sovrastrutture, nate anche loro per umanizzare e rendere la società più equa e solidale, trasformatasi poi in gerarchie e conservazione di potere e privilegi. Ecco, come vedi ancora una volta le sovrastrutture prendono il sopravvento sull’essenza e sulla ragione.

Ragionevolmente, si è felici in un contesto umano, compassionevole e collaborativo. Ragionevolmente, non si è felici attraverso il consumismo e la mancanza di equità sociale, quantomeno sui bisogni primari. Chi consuma per vivere e vive per consumare sceglie la dinamica del continuo accontentarsi, un benessere temporaneo simile al consumo di droga. Chi sceglie la corruzione come dinamica di appagamento, impianta la propria vita sulla falsità e sul servilismo.
Corruzione e consumismo portano entrambi all’infelicità, ciò è confermato dal consumo crescente delle dipendenze distruttive, che anestetizzano a consumo la depressione: edonismo, droga, alcool, shopping compulsivo, gioco, sesso, televisione, social network, ricerca dell’arricchimento facile.

La felicità è animata dall’espressione della propria unicità, che può avvenire solo in un contesto di grande umanità, dove viene valorizzato l’essere umano come evento unico ed irripetibile.

Un tempo la felicità rappresentava i sentimenti, l’amore coniugale, la salute e l’armonia famigliare. Poi è stata convertita in benessere economico, ovvero denaro, successo, lusso, ostentazione. Entrambi sono oggi in discussione, in quanto si basano su fattori esteriori alla persona. Chi è felice riflette intorno a se felicità, a prescindere se ha famiglia e possedimenti o meno.

La confusione è spesso artefice dell’infelicità, occorre fare chiarezza. Per fare chiarezza, è necessario uscire dalla confusione provocata da tutto quello che non c’entra con il vero benessere a cui auspichiamo.
Immagino che ti senti più a tuo agio con persone trasparenti, che agiscono e parlano con chiarezza. Immagino che provi più benessere in un ambiente pulito ed ordinato. Credo che hai meno ansie quando hai un appuntamento con una persona puntuale.
Chiarezza e ordine ci fanno stare meglio e ci permettono di agire e pensare con più serenità ed efficacia.