L’era industriale ha generato i consumi di massa, fornendo in teoria più mezzi per migliorare la qualità della vita. Nella realtà i risultati sono più inquinamento acustico ed atmosferico, oltre che un ritorno al punto di partenza.
Oggi la produzione si è trasferita in altri Paesi del mondo e di nuovo ci troviamo di fronte alla mancanza di lavoro e di salari.
La nuova era industriale.
Qualcuno ipotizza che vi sarà un nuovo slancio alla produzione con l’ausilio della robotica e dell’informatica. In pratica si presuppone che l’automazione abbatterà i costi di produzione e di conseguenza sarà conveniente tornare a fabbricare nei Paesi disertati dall’industria.
Bisogna però chiedersi in che modo l’automazione creerà posti di lavoro nel settore industriale. Ed i costi dell’energia?
L’unica via da percorrere per creare un mondo vivibile.
L’era industriale si è rivelata fallimentare, perché di fatto ha lasciato un mondo più ammalato, più inquinato e più sfruttato.
L’unica soluzione per il miglioramento è creare più equità, partendo dai bisogni di base come acqua, cibo, calore e stile di vita salubri. Per la prima volta nella storia dell’Umanità questo è possibile, proprio grazie all’informatica ed all’automazione. Si può infatti produrre energia e cibo a basso costo e con impatto ambientale minimo o nullo.
Certo, occorrerà mettere da parte vezzi superflui quali lusso, gioielli ed altre inutili ostentazioni, ma certamente questo ci avvicinerà tutti ad una reale qualità della vita.
I presupposti per un reale benessere personale e globale: l’impegno di ognuno ad “essere un Bene per se stessi e per gli altri”.