Cuciniamo per compiacere gli altri e sentirci importanti

Si dice “prendere per la gola”, quando si intende conquistare qualcuno con pietanze particolarmente gradite al palato. È certamente una buona cosa fare qualcosa che piace agli altri.
Non è lo stesso però, se utilizziamo il cibo in modo da far contenti gli altri, per sentirci importanti noi.

I bambini spesso mangiano ciò che non dovrebbero ed anche gli adulti fanno stessa cosa, chi somministra loro il cibo dovrebbe assumersene la responsabilità. Ma molte mamme e nonne, pur di compiacere figli, nipoti e mariti, ignorano il senso di responsabilità e si lasciano prendere dalla mania di compiacere.
Obesità, diabete, malattie cardiovascolari e generazioni di persone viziate, sono il risultato di decenni di dolci, gelati, merendine, cotolette e patatine fritte, tortellini con la panna, ecc.

Il mangiare in modo dissoluto è una delle forme di diseducazione più diffuse nel mondo occidentale. Si tratta di una mancanza di assunzione di responsabilità, tipica degli ambienti socialmente degradati, che si è diffusa in modo sconsiderato con il boom economico e la televisione.

Quando cuciniamo per i nostri cari abbiamo la responsabilità di farlo per il loro bene, cioè nutrirli in modo corretto ed educarli alla sobrietà.
Resistiamo alla tentazione di cucinare per compiacere gli altri e sentirci importanti. Le cose buone sfiziose vanno bene per il sabato e la domenica, ma non per tutti i giorni.